Parco di Yellowstone: un paradiso per la pesca alla trota

Quando si parla del parco di Yellowstone la prima cosa che ci viene in mente è sicuramente l’orso Yoghi e i suoi mitici cestini da merenda, ma quello che probabilmente non sapete è che il parco di Yellowstone, oltre a essere un concentrato di paesaggi da cartolina, è anche un vero e proprio paradiso per la pesca alla trota. E non credo di esagerare se vi dico che è uno dei posti migliori in cui mi è capitato di pescare trote in tutta la mia carriera da pescatore.

Del mio ultimo viaggio in America e della sua organizzazione ne abbiamo già parlato, e vi ho già raccontato anche della mia esperienza a caccia di black bass in California che onestamente mi aveva lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Dopo quell’esperienza io e la mia ragazza ci siamo lasciati Los Angeles alle spalle e ci siamo messi in strada verso Las Vegas, non tanto per andare a spendere un po’ di soldi nella decine di casinò, ma più che altro per fare una capatina al Bass Pro Shop di Las Vegas. Una vera e propria mecca e tappa forzata per gli amanti della pesca a spinning che vi consiglio caldamente di visitare! Non solo per fare shopping (anche se dubito che riuscirete a farne a meno) ma anche solo per vedere come gli Americani vivano la loro passione per la pesca e per l’Outdoor in generale.

Dopo Las Vegas ho messo messo la pesca da parte per un po’ e siamo andati verso il Grand Canyon e subito dopo verso Salt Lake City, una tappa obbligatoria nel lungo tragitto verso Yellowstone. Poi finalmente, dopo un’altra tappa nel parco nazionale del Grand Teton, anche questo davvero molto allettante per la pesca alla trota anche se non ho avuto possibilità di testarlo con la canna da pesca in mano, e dopo una nottata passata in un lodge tra le montagne e i boschi, siamo arrivati al tanto atteso Parco di Yellowstone.

Il parco di Yellowstone

ingresso-parco-yellowstone

Quando vi parlano del parco di Yellowstone quello a cui dovete pensare è ben diverso da qualsiasi parco nazionale siate abituati qui in Italia. Quando vi ho detto che Yellowstone era un concentrato di paesaggi da cartolina non stavo esagerando.

Immaginatevi una distesa di boschi, montagne, fiumi e laghi il tutto ottimamente preservato e curato dalle autorità del parco che si occupano anche di salvaguardare la fauna selvaggia. Orsi, alci, bufali, cervi (e ovviamente anche le trote), se vi capiterà di visitare questo piccolo angolo di paradiso non sarà difficile vedere tutti questi animali passeggiando per il parco. Una cosa che fa riflettere se si pensa ai polveroni mediatici nostrani quando si parla di animali selvatici come gli orsi, oppure come più di recente con i cinghiali.

Ovviamente non mancheranno geyser, e altre meraviglie della natura che non potranno non lasciarvi a bocca aperta. E tra l’altro se vi capiterà di trovare un punto in cui un geyser scarica la sua acqua in in torrente vi suggerisco di resistere un po’ al forte odore di zolfo e di provare a fare un paio di lanci in quel torrente. Potreste avere davvero delle belle sorprese.

La mia giornata dedicata alla pesca alla trota nel parco di Yellowstone

fishing bridge nel Parco di Yellowstone

Il terzo giorno di permanenza nel parco sarebbe stato quello dedicato alla pesca alla trota. Così, dopo aver visto alcune zone del parco che non eravamo ancora riusciti a visitare ci siamo diretti verso il Fishing Bridge sul fiume Yellowstone. Il nome del ponte, e alcune guide online poco chiare, mi avevano lasciato intendere che quello sarebbe stato un ottimo punto dove poter provare a pescare. Peccato che appena arrivati al ponte un cartello ci ha avvertito che era severamente vietato pescare in quella zona.

Passeggiando sul ponte ho poi capito anche il perchè: sotto al Fishing Bridge (che ho scoperto chiamarsi così perchè fino agli anni ’70 era veramente la meta preferita dai pescatori locali, un po’ come certi laghetti di pesca sportiva qui da noi), ci saranno state una decina di trote non più piccole di 70 cm. Uno spettacolo che mi ha gasato all’inverosimile, così ho deciso di risalire il fiume Yellowstone e di cercare un punto per lanciare finalmente i miei rotanti.

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Appena trovato uno spiazzo dove parcheggiare la macchina sono sceso sul fiume e ho cominciato a lanciare. Non ci sono andato giù troppo per il sottile, ho montato una canna telescopica da 30 euro con un rotante martin monoamo e ho cominciato a battere il fiume. Sono bastati una decina di lanci per trovarmi in canna una bella trota.

Ho capito subito che si trattava di una trota abbastanza grandicella, non una piccola brownie (che per noi italiani sarebbero delle piccole fario). Portata a riva infatti ho visto una bellissima cutthroat trout, le trote dalla gola rossa che mi era già capitato di incontrare qui in Italia sul Mastallone. Purtroppo, proprio come quella volta sul Mastallone, la trota è riuscita a liberarsi sotto i piedi lasciandomi a bocca asciutta.

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Dopo questa delusione ho deciso di abbandonare il fiume Yellowstone e spostarmi su un corso d’acqua più piccolo, così rientrando verso il nostro alloggio mi sono fermato sul Gibbon River, attratto da questa enorme distesa pianeggiate con il fiume che la lambiva come in un dipinto. E qui ho visto le vere potenzialità del parco di Yellowstone: Non scherzo se dico che ogni due o tre lanci avevo una brownie in canna, non trote enormi, però tutte molto divertenti.

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Ho riprovato le stesse senzazioni che ho provato un anno fa in Lapponia, cioè quella di pescare su un torrente veramente sano e con una popolazione di trote veramente selvagge. Una sensazione fantastica che raramente mi è capitato di provare in vita mia. Ho pescato con dei bufali che mi guardavano sull’altra sponda del fiume, e mi sono sentito veramente un intruso nel loro mondo. Una cosa che mi ricorderò per tutto il resto della mia vita da pescatore.

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Dopo il Gibbon River mi sono spostato sul Madison River per cercare di aumentare la taglia delle trote, qui le catture non erano così frequenti, anche se le piccole brownie non mi avevano ancora abbandonato.

Poco prima di chiudere tutto ho sentito una botta tremenda, d’istinto ho ferrato e mi sono trovato in canna un’altra gran bella trota che si è subito lanciata in corrente. Con quella pessima canna mollacciona ho avuto subito l’impressione che non sarei stato in grado di forzarla ad uscire, e infatti così è stato. Ho solo potuto vedere la meravigliosa sagoma di quella trota salire, rotolarsi sul pelo dell’acqua e liberarsi.

Così dalla distanza direi che poteva trattarsi di una iridea o una cutthroat sui 50 o 60 cm e mi mangio le mani per aver perso quella bellissima trota che poteva essere il perfetto coronamento del mio viaggio di pesca nel parco di Yellowstone… sarà per la prossima volta, perchè ci sarà sicuramente una prossima volta in questo angolo di paradiso!

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