Le migliori bufale sugli squali

megalodonteÈ estate, e come ogni anno in questo periodo gli squali sono è sempre un argomento molto gettonato nelle chiacchiere da ombrellone. Anche se per ora le televisioni nazionali ci hanno risparmiato l’ennesima replica de Lo Squalo di Steven Spielberg, invece il canale satellitare Discovery Channel non ha mancato il consueto appuntamento con la Shark Week, la settimana dedicata interamente agli squali che dal 17 luglio 1988 è un appuntamento fisso per il canale satellitare.

Proprio la Shark Week di Discovery Channel in questi anni è stata la centro di numerose polemiche riguardanti la divulgazione di notizie sensazionalistiche interpretabili in malo modo. Insomma delle bufale o delle mezze verità per attirare gli spettatore con storie incredibili e affascinanti a scapito degli squali.

Shark weekNel 2013 Discovery Channel ha mandato in onda uno pseudo documentario su alcuni presunti avvistamente di Megalodonti, una specie di enorme squalo preistorico ormai estinto che però sarebbe ancora vivo e pronto a divorare intere imbarcazioni. Ovviamente si trattava di una bufala, soltanto che i fubacchioni di Discovery Channel hanno ben pensato di inseriro un piccolo disclaimer iniziale di tre secondi per avvertire gli utenti, niente di più. La mossa ha fatto così ricevere al canale satellitare un picco di ascolti mai visto in precedenza.

Sull’ondata del successo della docufiction sul megalodonte il canale satellitare si sta preparando per la Shaek Week 2014, che ha avuto inizio in america la scorsa domenica, e i titolo dei documentari in programma fanno pensare ad un ricco potpourri di bufale che ci pare doveroso andare a smascherare.

Gli squali sono dei voraci mangiatori di uomini

Ovviamente questa affermazione è l’esempio più classico della manipolazione che alcuni media fanno di alcune notizie sugli attacchi degli squali. Statisticamente solo una frazione degli attacchi all’uomo risulta letale e in pochissimi casi il corpo viene effettivamente consumato dallo squalo. Anche se non si può certamente dire che gli squali non attaccano l’uomo da qui a distorcere il significato stesso della parola “squalo” ce ne passa.

Documentari come quelli della Shark Week, film e romanzi come Lo Squalo (in cui per inciso anche l’autore del romanzo Peter Benchley ha chiesto scusa) hanno contribuito a creare nel nostro immaginario il parallelismo tra squalo (che nella nostra testa ha sempre la forma di uno squalo bianco) e assassino instancabile.

Gli squali sarebbero attratti dal sangue

Tipicamente si dice che possono percepire una goccia di sangue a chilometri di distanza. Anche se il sistema sensoriale degli squali è molto raffinato, uno squalo può accorgersi di una goccia di sangue solo se le sue molecole (diluite in acqua) arrivano effettivamente ai suoi organi olfattivi, e questo può accadere solo nelle vicinanze della fonte, non certo a chilometri.

Inoltre in uno studio del 20120 i ricercatori hanno misurato la risposta di cinque diverse specie di squali e razze (loro strettissimi parenti) al rilascio di aminoacidi a diverse concentrazioni, concludendo non solo che la soglia necessaria innescare una risposta equivale a una goccia in una piscina da cortile, ma che questa sensibilità è comparabile a quella di tanti altri pesci.

Gli squali sono instancabili nuotatori

Secondo molti gli squali sarebbero “costretti” a nuotare per continuare a portare acqua alle branchie e quindi a respirare. Bugia! In natura solo alcune specie di squalo sarebbero “obbligate” a nuotare per respirare, tra queste proprio il temutissimo squalo bianco. Però anche moltissimi altri pesci presentano questa caratteristica, ad esempio il tonno. Eppure sono solo gli squali ad essere sempre chiamati in causa come esempi di instancabili macchine da guerra.

Recenti studi hanno anche dimostrato che anche le razze di squali obbligati a nuotare trovano riposo sostando in acque molto ossigenate o in corrente.

Agli squali non viene il cancro

In Profondo Blu, uno dei B-movies più famosi riguardante il filotto squalo/killer questa bufala è il punto di partenza per creare squali geneticamente modficati per studiare una cura per l’Alzheimer.

Sempre secondo i miti che vorrebbero gli squali come instancabili mangiatori di uomini, questi pesci sarebbero immuni alle malattie, soprattutto al cancro. Sulla base di alcune ricerche degli anni ’70 e di un singolo studio dove alte dosi di un composto cancerogeno non avevano innescato tumori in esemplari di squalo nutrice, il dottor William Lane nel 1992 diede alle stampe il libro Sharks don’t get cancer, nel quale prometteva di curare il cancro somministrando cartilagine di squalo per via orale.

Nonostante le teorie descritte in quella pubblicazioni siano state smentite, i prodotti pseudo farmaceutici a base di cartillagine di squalo che promettono cure e trattamenti miracolosi si trovano ancora in commercio. Un po’ come dire: “Prendi un po’ della forza del più temibile degli esseri viventi”.

Ovviamente manco a dirlo tale commercio di inutili intrugli miracolosi è possibile solo grazie al massacro di milioni di squali. Ma tanto lo squalo è cattivo, bisogna sterminarlo! (sarcasmo ndr)

Fonte:

Wired

2 Comments

  1. mark 15 Giugno 2015
    • Luca Raldiri 16 Giugno 2015

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