Il blog della pesca

Pesca a Mosca in Slovenia sul Sava Bohinjka – parte 2

Riprendiamo con il report della mia prima avventura di pesca sul Sava Bohinjka. Se non avete ancora letto la prima parte dell’articolo su uno dei più bei fiumi della Slovenia correte a leggerlo!

La prima sessione pomeridiana

Mappa del Sava Bohinjka

Dopo aver speso il resto della mattinata cercando di attirare le trote, sempre con la stessa grossa sedge nera con il pallino d’orato, ho deciso di risalire in macchina per spostarmi.

Dopo una veloce pausa pranzo a base di pane e prosciutto sono risceso subito a pescare sul fiume, nel tratto R2, subito dopo il tratto dove il fiume fa la sua prima brusca curva.

Qui si trova un piccolo ponticello utilizzato da un non ben precisato corpo militare, infatti dall’altro lato del fiume si trova una zona militare ad accesso riservato. Non preoccupatevi, potrete pescare tranquillamente sulla riva senza alcun problema.

Le trote, ben visibili dal ponte, sembravano essere li in attessa della mia mosca, peccato che una volta sceso sul fiume abbiano cambiato clamorosamente idea.

Dopo essere riuscito a far scappare tutti i pesci del corso d’acqua, ricevendo solamente rifiuti, ho deciso di provare a sondare una fascina di legna sotto al ponte. Mi sono avvicinato con cura e attenzione, ho lanciato una delle mie mosche valsesiane autocostruite e sono rimasto per un attimo a guardare.

Una trota è salita incuriosita dal mio artificiale a controllare cosa fosse, sembrava molto indecisa sul da farsi, così ho pensato che magari un lieve colpetto di cimino avrebbe potuto far muovere la mia esca quel tanto da farla sembrare viva e appetitosa.

Niente, la trota è schizzata verso il fondo manco avessi lanciato un sasso in acqua. La cosa peggiore è che non appena la trota è scappata, dalla fascina sono partite saette nere in ogni direzione, come se l’infame salmonide avesse avvertito tutte le amiche del pericolo imminente.
La più grossa di queste saette, una volta uscita, si è voltata nella mia direzione e mi ha letteralmente puntato, passandomi letteralmente in mezzo alle gambe.

In quel momento avrei voluto tanto essere un orso per tirare la micidiale zampata al salmone del danubio (anche conosciuto come Hucho Hucho) che si stava facendo beffe di me, ma purtruppo, dopo aver istintivamente chiuso le gambe mi sono reso conto di essere semplicemente un pescatore, neppure troppo bravo.

Dopo questa riflessione mi sono reso conto di avere bisogno di una pausa, così ho raggiunto la mia ragazza sulla vicina spiaggetta, mi sono tolto i waders, le ho rubato un angolo di asciugamano e mi sono fatto un dovuto pisolino riflessivo.

La seconda sessione pomeridiana

Dopo essermi riposato a dovere ho gentilmente scortato la fidanzata al campeggio e poi sono tornato sul fiume di volata. Oramai era una questione di principio. Non potevo non essere riuscito a portare a guadino neppure un pesce qui.

Decido che è il momento di passare all’ “artiglieria pesante”: lascio la tenkara in macchina e prendo la canna da mosca. Monto su una grossa chernobyl ant e mi lancio sul fiume, scendendo rapidamente oltre il tratto battuto nel primo pomeriggio.

In questo nuovo tratto il fiume si stringe sensibilmente, diventando più profondo, l’acqua continua comunque a scorrere abbastanza lenta. Grazie all’acqua così limpida non è stato per nulla difficile individuare le trote in sospensione in attesa che la corrente portasse loro qualcosa da mangiare.

Insomma una delle situazioni della pesca a mosca che preferisco. Adoro lanciare la mia mosca secca a monte della zona dove vedo le trote e aspettare di vedere la loro reazione. Dopo i primi lanci infatti vedo subito le trote salire incuriosite, però il copione è lo stesso di tutto il resto della giornata. Rifiutano la mia grossa chernobyl ant senza ritegno.

La mia prima trota iridea sul Sava Bohinjka

Stavo giusto pensando di passare ad una mosca molto più piccola per cercare di fregarle sulla misura, quando vedo una saetta partire dal fonto e fiondarsi senza pensarci troppo sulla mia mosca. Il combattimento non dura pochissimo, anche perchè vorrei evitare di entrare in acqua per guadinarla per non spaventare le sue sorelle, inoltre e la trota iridea sembra decisamente in gran forma.

Nonostante il pensiero corra continuamente all’amo senza ardiglione e alla possibilità di slamare anche questa bella iridea sui 40 cm riesco a portarla a guadino abbastanza vicino alla riva e a spostarmi senza fare troppo rumore. Foto di rito, dovuta ossigenazione e poi la trota può tornarsene tranquilla al suo fiume.

Ero talmente preso dalla mia trota da non essermi accoro che una decina di metri dietro di me il guardia pesca mi guardava sorridendo seduto su un grosso sasso. Devo ammettere che vederlò li di primo acchitto mi ha fatto quasi paura.

Mi si avvicina facendo un piccolo applauso e dicendo “Bravò” con quell’accento finale molto francofono.

Mi chiede il permesso staccandomi il talloncino e poi mi lascia tranquillo alle mie trote. Per un attimo non posso che pensare a come, in tanto tempo passato a pescare in Italia non abbia mai ricevuto la visita di un guardia pesca.

La serata continua tra pesci che rifiutano, così ritorno a pescare con una delle sedge comprate in paese. E scendo in un punto in cui il fiume si apre.

Vedendo una pianta che scende sull’acqua non posso che pensare che i tre pescatori che vedo più avanti probabilmente non l’anno sondata, mentre tutto il resto del tratto oramai sarà stato tartassato. Così, mettendo a repentaglio l’incolumità delle mie mosche ci provo ugualmente.

Devo dire che questa esperienza in Slovenia mi ha fatto migliorare notevolmente nella pesca a mosca, soprattutto nel lancio. Infatti sono riuscito a portare in salvo tutte le mie mosche da quell’albero. Riuscendo anche a strappare dalla sua protezione ben due pesci.

Piccola trota Amago

Dopo un lancio vedo una grossa trota salire nella penombra a curiosare la mia esca, sembra intenzionata ad attaccare, tanto che la riesco chiaramente a vedere mentre apre la bocca molto lentamente. Proprio in quel momento però vedo una piccola saetta schizzare dai rami sommersi, afferrare la mia mosca e trascinarla lontano dalla mia preda ben più ambita.

Nonostante le dimensioni la trotina si difende bene, ma non può fare molto contro la mia 9 piedi coda 5 e riesco a portarla a me senza troppa fatica. La sorpresa è enorme quando vedo una minuscola trota amago di cui ignoravo la presenza in questo fiume. Sicuramente proveniente da un ripopolamento, anche se la splendida pinnatura fa pensare comunque ad un pesce cresciuto in queste acqua, mi ha piacevolmente colpito l’incontro con questa trota che fino ad ora avevo solo visto nei cartoni animati di sampei e in qualche illustrazione proveniente dalla terra nipponica.

La serata si concluderà con la cattura di un’altro paio di piccole amago, e una infinità di minuscoli attacchi repentini, probabilmente di queste trotine che con l’arrivo delle ore serali sono letteralmente esplose in una mangianza con bollate in ogni dove.

Uno spettacolo davvero straordinario e che mi ha fatto venire i brividi ancora una volta pensando alla situazione dei nostri fiumi. Putroppo il buio è calato velocemente obbligandomi a rientrare al campeggio dopo una giornata davvero intensa e piena di emozioni. Talmente intensa che una volta chiusi gli occhi a letto non potevo fare a meno di rivedere quelle trote salire sulla mia mosca (e rifiutare pure in sogno).

Conclusioni

La Slovenia è sicuramente un posto eccezionale. Se si pensa ai prezzi che si pagano in Italia per entrare in riserve, o anche solo per dei permessi di pesca di certe località i 40 euro possono essere tranquillamente in linea. Calcolate che qui non si parla di uno o due kilometri di fiume, ma quasi dell’intero corso del Sava Bohinjka e che io putroppo non ho potuto visitare completamente in un solo giorno.

Agosto non è il mese migliore per visitare certi posti, ma questo era più che prevedibile. Sicuramente se si va verso giugno oppure a settembre la situazione non può che migliorare.

È consigliabile comunque non fare un solo giorno, ma organizzarsi per una tre giorni di pesca (il permesso da tre giorni dovrebbe inoltre permettere un sensibile sconto).

Come sistemazione nei paraggi si sprecano gli affitta camere o i bed & breakfast, se invece andate nella bella stagione e vi piace l’idea di fare campeggio ci sono due campeggi entrambi ben strutturati. Il Camping Bled, quello in cui ho sostato io permette anche di acquistare i permessi di pesca presso la reception. Una comodità da non sottovalutare.

In zona, oltre al lago di Bled che merita sicuramente una sosta se siete dei carpisti, ci sono anche altri corsi d’acqua che potrebbero risultare molto interessanti, come ad esempio il piccolo Radovna che ho potuto vedere visitando le gole di Vintgar, e in cui ho visto pesci molto attivi. I locali sostengono infatti che questo fiume sia molto più freddo rispetto agli altri e i pesci restano molto attivi anche nei mesi più caldi. Credo infatti che questi posti “alternativi”, meno battuti del Sava Bohinjka, potrebbero regalare grandissime soddisfazioni anche in giornate difficili come quella che mi sono trovato ad affrontare io.

Che dire, non vedo l’ora che arrivi la stagione 2014 per poter organizzare un favoloso weekend di pesca in terra slovena.

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