Il blog della pesca

Io e la Tenkara

Come certamente saprete se siete frequentatori de Il blog della pesca, da qualche tempo ho cominciato ad appassionarmi alla pesca a mosca, soprattutto e quasi esclusivamente alla mosca secca. Non che abbia avuto grandi risultati o che sia diventato un artista nel lancio, anzi… ma mi piace ogni tanto togliere del tempo al mio adorato black bass per dedicarlo ad un’altra delle mie passioni, la montagna e i suoi bellissimi torrenti e fiumi.

Se oltre a essere assidui frequentatori del blog siete seguite anche le nostre pagine su Social Network vi sarete certamente accorti che ultimamente stanno comparendo foto di catture con l’hashtag #tenkara, beh diciamo che mi sono fatto incuriosire da questa favolosa tecnica proveniente dal Giappone e così simile alla nostra Valsesiana.

Cercando in rete ho acquistato un mesetto da una canna da Tenkara dal Muc, probabilmente uno dei più attivi e appassionati di questa tecnica che ci sia in Italia e che fortunatamente vive nelle mie stesse zone. Insieme alla canna (Shimano LLS36 NX) mi ero fatto dare anche coda (di tipo tradizionale) e una decina di mosche adatte a questa tecnica.

Da perfetto ignorante i primi lanci gli ho fatti in uno degli spot più comodi e vicino che avessi, il naviglio Grande. Non è stato difficilissimo prendere confidenza con l’attrezzatura, la prima vera difficolta è stato il riuscire a superaro l’iniziale paura per la robustezza dell’attrezzo. Pensavo infatti che mi sarei trovato tra le mani un fragilissimo grezzo che avrebbe rischiato la rottura ad ogni mia singola mossa. Ovviamente mi sbagliavo.

Dopo i primi timidi esperimenti sui navigli, anche con qualche piccola cattura, è giunto finalmente il momento di fare sul serio e andare a provare a pescare a Tenkara in montagna. Sul Fiume Serio più precisamente.

Arrivati la mattina presto feci un rapido ragionamento, visto le giornate terribilmente calde che questo fine luglio ci sta presentando, e vista l’apatia che sicuramente di li a poco avrebbe colpito tutti i pesci, avrei pescato durante le prime ore con la canna da mosca secca, sperando in qualche bollata miracolosa, e mi sarei dedicato alla tenkara durante le ore più difficili.

Ovviamente a mosca secca il cappotto è stato inesorabile, sia per mia evidente incapacità che per l’apatia generale che già dilagava nel fiume.

Ci spostiamo più a valle in un punto ancora all’ombra e decido di passare alla tenkara, monto una piccola mosca color marrone di quelle che il Muc mi ha dato e faccio due lanci. Arriva affianco a noi un anziano pescatore con le esche naturali che dopo un paio di lanci prende la prima troterella in uno stretto correntino centrale, un punto che, dalla mia posizione, fatico a raggiungere con la canna da tenkara.

Non mi do per perduto e per guadagnare un metro mi sistemo in equilibrio precario con i piedi sopra un masso sommerso ricoperto di una patina marrone scivolosa. Insomma ero praticamente pronto a fare il bagno.

Faccio un lancio a monte, lascio scendere la mia mosca nella corrente e arriva subito la prima cattura, una piccola fario. Mentre libero la piccola trota vedo che il pescatore ha incappato in un secondo pesce, sempre nello stesso punto. Riprendo la canna e faccio ancora un paio di lanci, cercando di avvicinarmi il più possibile a un sasso semi sommerso che mi ispira molto. Infatti la seconda cattura non tarda ad arrivare e anche la terza.

Mi volto con fare soddisfatto verso il vecchietto e vedo che lui sta liberando nuovamente una trota, mi guarda mi sorride e fa segno 4 con la mano. Prima di allontanarsi risalendo a monte riuscirà ancora a darmi la lezione finale con la quinta trota, per di più di buone dimensioni.

Nonostante la sconfitta nella piccola garetta sono rimasto veramente colpito dalle potenzialità della tenkara, soprattutto messa in confronto con Lino che pescava nei miei stessi punti a spinning e che non è riuscito a sentire neppure una toccata.

Tornato a casa ho deciso di mettermi subito al lavoro per riuscire ad imparare a costruire questo piccole mosche all’apparenza così semplici e così catturanti, per cominciare ho voluto dedicarmi alla classica mosca valsesiana, costruita senza l’ausilio di morsetti o di altro.

Penso che quello con la tenkara sia stato un colpo di fulmine, mi sono letteralmente innamorato di questa pesca alla prima uscita: Oltre a tutta la bellezza che ha in con la tradizionale pesca a mosca è stata la sua essenzialità, da non confondere con la semplicità che a mio avviso è un termine che non gli rende abbastanza merito; mi ha decisamente colpito .

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