Spinning sotto zero

Barbi di taglia, combattimenti entusiasmanti, a temperature che non avreste mai pensato. Che ne dite?
Avete una canna abbastanza forte da resistere a questi instancabili combattenti?
Allora che aspettate a seguirmi in questa nuova avventura?

BarbiEro appena arrivato al parcheggio del circolo privato “Il veliero”, quartier generale della sezione brianzola di Spinning Club Italia. Erano le 6:00 del mattino e, come al solito, Ettore e gli altri pazzi del club che avevano acconsentito a fare questa uscita di pesca, erano in ritardo.

Nel frattempo mi chiedevo se avremmo mai preso qualcosa, mentre guardavo dal finestrino la neve che scendeva. Si fecero le 6:15 quando vidi una macchina arrivare nel parcheggio: finalmente erano arrivati!
Ci volle giusto il tempo di caricare le mie cose in macchina e poi, la partenza.

Dopo un viaggio abbastanza lungo arrivammo sul posto (nel piacentino), ma arrivammo al fiume a piedi perchè la neve non ci permetteva di percheggiare vicini al posto. Era la prima volta che facevo un uscita a pescare i Barbi portoghesi.

La tecnica non si rivelò molto difficile. L’idea di pescare questo animale a spinning, nacque da un esperimento di un gruppo di iscritti allo S.C.I. che, notando un gruppo che pescava il barbo portoghese a passata, decise di tentare di pescarlo a spinning. Si informarono sulle abitudini alimentari del Barbo portoghese, e notarono che si nutre di pesci, vermi o qualsiasi cosa senza vita che la corrente trasporta. Così decisero di provare con qualche pesciolino (di solito i tranvieri perchè essendo più pesanti, raggiungono prima il fondo), shad o grub innescati su testine piombate abbastanza pesanti, lasciati strisciare sul fondo. Le catture non mancarono come mostra questo video:

Da li diventò di rito la pesca del barbo durante il mese di gennaio.

Barbo portoghesePer quanto riguarda la nostra uscita, pescammo per due ore sotto la neve senza sentire nemmeno una toccata e la cosa cominciava a scoraggiarci, quando, all’alba delle undici, smise di nevicare, e non passò un quarto d’ora, che sentì Ettore dire “ce l’ho”.
A quel punto, tra le offese di rito, ricominciammo a sperare di riuscire quantomeno a scappottarci.

Cambiai esca, ed innescai su una testina piombata da 16g un grub giallo di 7cm. A quel punto, lanciai due volte, e sentii la toccata. Ricordo ancora l’emozione di quel momento, la canna piegata, la frizione del mulinello che andava e l’idea che mi ero alzato alle cinque del mattino per qualcosa. Purtroppo, gli altri che erano con noi non hanno avuto la stessa fortuna, ma per seguire la filosofia del nostro club “ALMENO ABBIAMO MANGIATO BENE A PRANZO” .

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