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Con o senza ardiglione?

Con o senza ardiglione?
Ma se tolgo l’ardiglione, non è più facile che i pesci si riescano a liberare prima che possa fargli una bella foto?

Queste ed altre domande simili, sono state trattate durente la prima riunione del mese di settembre 2011, nella sede dello Spinning club Italia di Lissone (MB).

Durante questa riunione è stato fatto un discorso (con tanto di diapositive), tratto da: “Slamare, maneggiare e rilasciare il luccio”, conferenza del grande Stefano Vallongo (nella foto qui sotto), uno dei più noti pike anglers italiani, che faceva capire l’importanza di un corretto approccio alla cattura del “re” delle acque dolci, spiegando, in particolare, come maneggiarlo e rilasciarlo correttamente.

Penso, che chiunque sia dedito alla pesca del luccio e di qualsiasi altro predatore, sappia cosa vuol dire quando la nostra cattura ingoia la nostra esca… diventa molto difficile togliere l’artificiale e non solo, diventa ancora più difficile mantenere in vita il pesce da slamare, e rischieremmo di rovinare se non addirittura uccidere la nostra cattura.

La soluzione che molti pescasportivi hanno adottato è togliere definitivamente gli ardiglioni, e qui nelle immagini si puo vedere il risultato.

A questo punto torniamo alle domande che ho riportato a inizio articolo (che anche io mi sono fatto XD): che vantaggi ci sono a togliere l’ardiglione?
Togliendo l’ardiglione non rischio di perdere quelle che potrebbero essere catture?
Bisogna sempre toglierlo l’ardiglione?
Ma devo per forza cambiare tutte le ancorette e comprare ami singoli o ancorette senza ardiglione?

Cominciamo con una nozione elementare per rispondere alla prima domanda: togliendo l’ardiglione non solo diventa più semplice e meno doloroso slamare il pesce, ma ci facilita il lavoro nel caso che il pesce ingoii la nostra esca. Inoltre, ami o ancorette senza ardiglione sono meno invasive per l’animale, che,  invece di un taglio causato da un amo con ardiglione, si ritrova un forellino.

Con quest’ultima frase mi collego alla seconda domanda, ponendone un altra: secondo voi, cari lettori, è più facile che un amo esca da un forellino, o da un taglio? Quante volte, dopo un breve combattimento vediamo il pesce sfuggire da una parte, e il nostro artificiale andare dall’altra? Questo succede perchè l’amo o ancoretta balla dentro il taglio che ha causato, un pò l’ardiglione con la nostra ferrata, e un pò il pesce che cerca di scappare, quindi a volte capita che l’amo esce. È invece, molto più difficile che succeda se c’è un foro.
Tuttavia non è detto che non succeda comunque, però è più difficile che accada in una situazione simile. Un ultimo vantaggio può essere che un amo senza ardiglione, avendo meno superficie, entra più facilmente, aiutando la penetrazione dell’amo durante la ferrata.

Terzo aspetto: Bisogna sempre toglierlo l’ardiglione?
Per quanto riguarda questa domanda, penso che ogni pescatore dovrebbe decidere da se. Personalmente, tolgo gli ardiglioni, e a volte sostituisco le ancorette con amo singolo senza ardiglione, solo se si tratta di un tipo di pesce molto delicato come la trota, il luccio, il persico reale o la carpa ( che non son così difficili da fare a spinning). Tuttavia per pesci come i siluri, non mi spreco a togliere l’ardiglione vista la loro resistenza. Per i black bass invece, tolgo gli ardiglioni solo sulle hard bait (crank, jerk,swim), ma gli lascio sia sugli spinnerbait che sugli ami da vermoni.

In conclusione,per rispondere all’ultima domanda, vi direi che sarebbe meglio sostituire le ancorette con amo singolo per pesci come la trota di torrente o di fiume, ma per il resto, tutto quello che vi serve è una buona pinza 😉

Per questo articolo vorrei ringraziare Ettore Ghezzi (segretario della sez. Brianza di Spinning Club Italia) Lorenzo Mauri (uno dei pezzi grossi di S.C.I.) e Stefano Vallongo senza il quale non avrei mai potuto scrivere questo articolo

ps: se il pesce ingoia l’artificiale, non tentate di strappare. Piuttosto portatevi dietro sempre un buon tronchese perchè è meglio perdere un amo, che togliere una vita.

Grazie dell’attenzione Lanzi Stefano (membro di Spinning Club Italia)

 

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