L’incredibile storia del mostro di Loch Ness

La scorsa settimana non vi sarà di certo sfuggita la notizia del 81esimo anniversario della prima (e più celebre) foto che ritrae il famoso mostro di loch ness, se ne è interessata anche Google con uno dei suoi celebri doodle.

Chiunque conosce il mostro di Loch Ness e, anche se esistono molte storie che solleticano l’idea che possano esistere creature misteriose, forse addirittura preistoriche, la storia di Nessie è forse la più famosa. Nei secoli (perchè stiamo parlando davvero di centinaia di anni) se ne sono interessati studiosi, avventurieri e semplici curiosi di tutti i tipi, tutti desiderosi di scoprire la verità su questo lago.

Loche Ness, una storia che dura da secoli

Proprio così, nonostante la prima fotografia risalga a “soltato” 81 anni fa si avrebbero testimonianze del mito di Nessie già a partire dal VI secolo dopo Cristo, quando il patrono di Irlanda e Scozia, bandì una “bestia” dalle acque del fiume Ness. Da allora è stato tutto un susseguirsi di avvistamenti e racconti più o meno fantasiosi che però sono sempre rimasti circoscritti tra gli abitanti di quelle zone. Niente di poi così diverso da quello che succede anche in molte altre parti del mondo, anche qui in Italia, come la storia del Lariosauro del Lago di Como anche cantata da Davide Van De Sfroos per esempio.

Ma il vero e proprio mito che tutti conosciamo di Nessie comincia davvero solamente nel 1933 del secolo scorso, quando George Spicer raccontò al giornale The Inverness Courier di essersi in imbattuto, assieme alla moglie, in un animale di aspetto preistorico che aveva attraversato davanti a loro una delle strade intorno al lago.

Inizialmente il racconto non fu preso troppo sul serio la descrizione era curiosamente simile a quella del dinosauro sauropode apparso nel film King Kong proprio del 1933. Non c’è da stupirsi quindi se quella testimonianza non sia delle più credibili. Ma come spesso accade la carta stampate riesce a far vede “mostri” anche la dove non ci sono, e da quel 1933 in poi gli avvistamenti si moltiplicano e cominciano ad arrivare anche le prime fotografie, tra cui la famosa “foto del chirurgo”, così chiamata perché il presunto autore, il medico Robert Kenneth Wilson, non diede al giornale Daily Mail il permesso di pubblicare il suo nome.

la-prima-foto-del-mostro-di-loch-ness

Ma anche se questa foto sarà poi ricordata come la prima grande testimonianza dell’esistenza di Nessie si scoprirà solo in seguito che si trattava di una bufala messa in piedi dall’attore/cacciatore Marmaduke Wetherell che voleva prendersi una rivincita proprio sul giornale Daily Mail che, sempre nel 1933 infatti aveva sfruttato l’attore proprio per cercare di catturare il mostro di Loch Ness anche perchè tra i media era scoppiata nel regno unito una vera e propria caccia a Nessie.

L’attore arrivato sul posto aveva trovato delle impronte lasciate da una grande creatura, ma dopo attente analisi gli zoologi del Natural History Museum scoprirono che le impronte in realtà erano state create ad arte utilizzando una zampa di ippopotamo essicata. Anche se al giorno d’oggi può sembrare una ricostruzione complicata, dovete sapere che all’epoca certi cimeli di safari o battute di caccia esotiche erano molto comuni in Inghilterra.

Il Giornale non perse occasione per farsi beffe di Wetherell, il quale ha poi messo in scena la sua personale interpretazione del mostro di Loch Ness e che oggi tutti conosciamo. Solo nel 1975 il figlio dell’attore confesso la bufala, ma la bufala resterà dura a morire nell’immaginario comune e sarà solo negli anni 90 che la comincerà ad essere realmente smontata da diversi studiosi di Nessie e del mistero che aleggia intorno al lago.

Questa è ovviamente la storia della prima e più celebre bufala sul mostro di Loch Ness ma questo non significa che non viva realmente una cretura dalle dimensioni spaventose nelle acque del lago di Loch Ness. La verità è che gli avvistamenti, più o meno realistici in questi anni hanno continuato a suscitare l’interesse di curiosi e scienziati che poi hanno spiegato gli avvistamenti, anche se spesso con non pochi problemi.

Eppure, secondo i criptozoologi, qualcosa deve esistere in quelle cieche acque, e il turismo di questa parte delle Highlands ringrazia.

Ovviamente anche il mondo della pesca è stato più volte interessato più volte dalla storie di Nessie, l’idea che il mostro potesse in realtà essere una possibile grande preda per gli amanti di canne da pesca e mulinelli non ha fermato neppure il famoso Jeremy Wade che, a suo modo, ha provato a dare una spiegazione al mistero di Loch Ness e del suo mostro

Fonte:

Wired

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