Il blog della pesca

Prima il record del mondo e poi la multa

pesce-siluro

Dino Ferrari e il fratello gemello Dario, pro staff del team Sportex Italia, hanno messo a segno una pesca eccezionale in provincia di Mantova lo scorso 19 febbraio, hanno infatti catturato un enorme siluro dal peso di 127 chilogrammi ed una lunghezza di 267 centimetri che gli è valso il nuovo record del mondo.

La notizia ha fatto il giro del mondo, tra gli appassionati di pesca e non solo, anche la BBC e la Rai hanno mandato in onda dei servizi dedicati a questa cattura da record presa a spinning e che, a detta dei due fratelli, ha richiesto un estenuante combattimento di 40 cm.

Tanto clamore mediatico si è però rivelata un arma a doppio taglio, infatti i due Fratelli Ferrari sono stati multati dalla Provincia per aver ributtato nelle acque del Po la loro preda e dovranno pagare 50 euro per aver violato l’articolo 3 comma 9 del regolamento regionale della pesca, che vieta di ridare la libertà a specie alloctone come il siluro, vorace predatore pericoloso per la fauna ittica autoctona.

Ovviamente in rete è impazzata la polemica tra pescatori “anti-siluro” che hanno tirato fuori tutto il repertorio di leggende metropolitane e falsi miti che aleggiano intorno al pesce siluro e amanti di questi giganti dei nostri fiumi. I due fratelli hanno dato una semplice risposta:

Come facciamo a non ributtarlo dentro? Chi sono io per togliergli la vita?

Oltre alla questione etica che c’è dietro alla legge che impone ai pescatori di uccidere un siluro, c’è anche una questione logistica, come ci confermal’assessore provinciale alla pesca Alberto Grandi. Le carcasse dovrebbero, infatti, essere smaltite in un compostore: le tariffe si aggirano sui 20 centesimi al chilo, ai quali si devono aggiungere le spese di trasporto. Per un siluro gigante come quello pescato dai gemelli Ferrari, si può arrivare a pagare 300 euro.

Oppure come fanno certi “amanti della natura” si può sempre abbandonare la carcassa sulle sponde del fiume, o magari appesa a qualche albero no? Noi preferiamo decisamente sapere che quel siluro sia tornato in libertà e sperare che un domani qualche altro pescatore possa provare il piacere di la sua potenza in canna! Dopotutto come hanno ricordato molti esponenti della pesca sportiva italiana è utopistica l’idea di eradciare questi pesci da ambienti come il fiume Po dove si sono oramai radicati da decenni.

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