Dei satelliti contro la pesca illegale

La virtual watch room di Eyes on the Seas

Si tratta del Eyes on the Seas, questo il nome dell’ambiziosa tecnologia, con la quale Pew Charitable Trusts (Pew) punta a favorire un’azione di lungo periodo per ridurre drasticamente la pesca illegale.

Il Pew  ha infatti annunciato il debutto di una tecnologia innovativa che aiuterà le autorità marittime ed ambientali. Grazie all’ausilio di veri e propri satelliti, sarà possibile monitorare, rilevare e contrastare la pesca illegale in tutti gli oceani ed i mari del mondo.

Il sistema è stato sviluppato in collaborazione con Satellite Applications Catapult, una compagnia britannica realizzata grazie ad un’innovativa iniziativa del governo del Regno Unito. La tecnologia analizza in tempo reale molteplici fonti di dati del monitoraggio via satellite e quindi linka le informazioni con i la storia della proprietà di una nave ed il Paese di immatricolazione, fornendo un dossier up-to-the-minute contenente dati che possono allertare le autorità responsabili sui movimenti delle navi sospette.

Si stima che il business della pesca illegale valga fino a 23,5 miliardi l’anno, e che in media un pesce su 5 pescato in natura proviene dalla pesca di frodo. In alcune aree la percentuale è ben più alta, con il 40% di pescato di origine illegale.

Questo furto continua in gran parte perché i pescatori pirata su scala industriale sanno che nessuno li sta guardando. Il progetto Eyes on the Seas punta a risolvere questo problema offrendo per la prima volta alle autorità un esteso sistema di monitoraggio ed analisi in tempo reale delle attività in mare.

A breve Eyes on the Seas sarà già all’opera

Il progetto partirà con una “Virtual Watch Room” che monitorerà le acque circostanti l’Isola di Pasqua, un territorio del Cile, e gli arcipelaghi del piccolo Stato insulare di Palau, nell’Oceano Pacifico. Pew e i suoi partner stanno lavorando con Cile e Palau e le comunità insulari per istituire grandi aree marine protette.

Queste le parole del presidente di Palau, Tommy E. Remengesau Jr.:

Con l’aiuto di Pew, abbiamo già individuato le navi sospette nella nostra zona marina. Ora, con le funzionalità avanzate di Virtual Watch Room, contribuiremo a garantire che, una volta che sarà istituito  il Palau National Marine Sanctuary, la vita marina nelle nostre acque sarà protetta dalla pesca illegale.

Nei prossimi tre anni, il piano prevede che il Project Eyes on the Seas accresca la sua portata e venga messo a disposizione di più Paesi, già diverse organizzazioni regionali di gestione della pesca ed  associazioni di commercio dei prodotti ittici hanno deciso di utilizzarlo per garantire che solo i pesci catturati legalmente possano arrivare sui tavoli dei consumatori.

Viene spontaneo chiedersi se una tecnologia del genere non sia auspicabile anche per il mar Mediterraneo e per le nostre acque.

Infografica Eyes on the SeasFonte:

GreenReport

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